OUTRO
Fine
chapter 7

Venezia, sabato 21 ottobre 2023. C’è l’acqua alta e i vaporetti funzionano a singhiozzo. Ho un appuntamento alle 15 a Campo Santa Margherita e sono appena arrivato in stazione. Mando un messaggio Whatsapp per avvisare che tarderò. Risposta: «Nessun problema fratello, ti aspetto al bar Margaret Duchamp, quello all’angolo.»

Arrivo alle 15.30 e seduto al sole al tavolo del bar c’è un ragazzo con gli occhiali da vista e un mappamondo di ricci in testa. Nessun dubbio, è Ibrahima Lo.

Abbiamo trascorso insieme tre ore seduti al tavolo di quella piazzetta, in cui Ibrahima ha messo in flashback la sua vita e io l’ho trascritta, riportandola nei capitoli di questo racconto.

Lo avevamo lasciato dentro una prigione in Libia, diciassettenne, e lo ritroviamo al centro di una città dove è diventato maggiorenne, ha pubblicato un libro che racconta la sua storia e che ha colpito anche Matteo Garrone, regista del film “Io Capitano”, presentato proprio nella sua Venezia il 6 settembre scorso, dove ha vinto il Leone d’Argento, con Ibrahima tra le prime file.

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Ibrahima

«Dopo essere scappato per la seconda volta dalla prigione di Sabrata sono riuscito a imbarcarmi verso l’Italia grazie a Bensame, l’unico uomo che mi ha aiutato davvero senza volere niente in cambio. E’ stato un lungo viaggio, sono arrivato a Bari il 9 giugno 2018 dopo essere stato soccorso dalla nave di una ong», realtà di cui prima di partire non conosceva l’esistenza e con le quali adesso collabora, essendo diventato un attivista di Mediterranea.

Poi il trasferimento a Belluno in un centro di accoglienza, infine a Venezia dove ha da poco festeggiato il suo ventitreesimo compleanno.

Sta per calare il sole sui canali, è arrivato il momento di filmare: la vita presente, quella che oggi Ibrahima vive a Venezia, dove lavora come manutentore in un albergo, coccolato dagli abitanti del quartiere in cui abita, che si premurano di chiedergli come sta, dove va e io chi sono.

Gli domando se a Venezia ha un luogo del cuore dove gli andrebbe concludere il suo racconto. Risponde «Si, ma per andarci dobbiamo prendere il vaporetto». Partiamo con quello delle 18, diretti all’isola della Giudecca, dove si trova l’albergo in cui lavora.

La marea si è calmata. Poco dopo essere sbarcati alla Giudecca, Ibrahima si accomoda su uno sgabello piantato sulla passeggiata che costeggia il gran canale. Io premo play.

TO EMERGE
The end